EPK

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We started walking through the city letting the night surrounding us.
The scents, the colours, the noise of the shutters closing down behind us and we wondered:

HOW DOES A CITY SOUND?

IL PROGETTO

Monochrome, the City nasce all’inizio del 2019 dall’interrogativo “How does a City Sound? – Come suona una Città?

Dai nonluoghi di Marc Augé alle fantastiche e surreali “Città invisibili” di Italo Calvino passando per le disamine urbanistiche di Le Corbusier, lo scopo è quello di ricreare un’esperienza sensoriale di una città in notturna: un viaggio attraverso quello che è il centro del mondo contemporaneo nel quale i rumori della realtà urbana vanno a fondersi con il suono dei pensieri che essa stessa genera.

Lo stile musicale fonde elementi tipici delle sonorità classiche con quelle più moderne della sperimentazione elettronica e rumorista, combinando il tutto in una tessitura fluida e sempre in evoluzione.

Line up:

  • Luca Cadel – Chitarra, synths, programming
  • Filippo Pedretti – Violino, synth, Azzam Bells MPA 019
  • Lucia Amelia Emmanueli – Voce

Il materiale presentato non è ancora stato pubblicato, vi preghiamo di non divulgarlo a terzi.

(IN)VISIBLE

 

Un viaggio tra le imperfezioni e debolezze dell’essere umano e il modo in cui si contestualizzano nella società contemporanea.

Un viaggio attraverso la città moderna e le sue suggestioni (il visibile) raccontando i pensieri che risuonano all’interno di essa (l’invisibile).

L’EP strizza l’occhio alla celebre opera “Le Città Invisibili” di Italo Calvino che sebbene sia stato pubblicato nel 1972 e quindi scritto in un contesto civile, economico e sociale completamente differente da quello attuale e apparentemente molto distante, innumerevoli volte nel descrivere le innumerevoli città immaginarie e surreali questa opera sembra essere contestualizzata nel ventunesimo secolo e sembra volerci mandare messaggi profondi su quello che sta accadendo all’umanità.

L’ESPERIENZA SONORA

1. Despina

Proprio come il cammelliere ed il marinaio, ogni uomo viaggia con l’immaginazione cercando di afferrare qualcosa che va oltre la sua natura.

Continui impulsi verso il mondo circostante, ricerca appassionata, desideri infiniti.

Rinnegare quello che possediamo per spingersi verso inafferrabili desideri.

Sarà a condurre l’uomo alla felicità? O l’essere umano sta forse solo desiderando il desiderare?

2. Ottavia

Rete come metafora delle fondamenta delle nostre città e delle fondamenta della nostra stessa esistenza.

Travolti da esistenze frenetiche, dimentichiamo talvolta che oltre un certo limite, la rete non può reggere.

Siamo individui vulnerabili che vivono in luoghi altrettanto vulnerabili.

Prendere coscienza dei nostri limiti – e rispettarli – è l’unica arma che abbiamo per tutelare la nostra esistenza.

3. Fedora

Così come gli abitanti di Fedora, guardando nelle diverse sfere, possono scegliere la versione di Fedora che più rispecchia i loro desideri – allo stesso modo ogni essere umano deve guidare il proprio futuro nella giusta direzione.

È una questione di punti di punti di vista e prospettive – sarà uno dei possibili futuri a sceglierci, o saremo noi in grado di plasmare il nostro futuro secondo i nostri desideri?

4. Leonia

Nonostante i tempi bui che l’umanità sta attraversando, il singolo individuo sembra ancora non aver compreso il valore delle cose.

In una realtà in cui ogni cosa diventa obsoleta in un battito di ciglia, quanti rinuncerebbero a rifare da capo la propria vita tutti i giorni come gli abitanti di Leonia, concedendosi lussi effimeri e sfrenati, se ne avessero la possibilità?

Voglia di apparire. Competizione. Necessità di ottenere consensi.

Cadere in tentazione è molto semplice, ed una volta dentro, vivere nella menzogna e nell’indifferenza ignorando le reali problematiche diventa facile ai più.

Ne vale davvero la pena?

5. Dissolution

La dissoluzione – la disgregazione dell’essere umano nella città contemporanea.

Le “maschere” che l’essere umano si ritrova ad indossare, forzato dalle circostanze, in un contesto sociale non più fondato sui valori esistenziali.

Un grido sofferente, provocato dal malessere che condurre tale esistenza porta con se – ma – l’unico modo per cercare di sopravvivere, facendo udire la propria voce.

6. Distance

Nel 1619 Keplero scrisse l’Harmonices Mundi, Le Armonie del Mondo, un trattato in cui discute delle analogie tra la musica e i fenomeni fisici.

Nel trattato c’è un’ampia discussione sul legame tra le orbite planetarie e le armoniche musicali con la quale Keplero elaborò la teoria che i rapporti tra la velocità orbitale minima e massima dei pianeti sono simili a quelli di una successione armonica (Oggi abbiamo misure molto più accurate del Sistema Solare, e sappiamo che l’interpretazione di Keplero era in parziale disaccordo con le reali orbite planetarie).

Ad esempio, la velocità orbitale massima e minima della Terra sono in rapporto 16 a 15, essendo circa 30 km/s e 28 km/s.

Questo rapporto può essere considerato simile a quello che si ha tra il Mi e il Fa, un semitono.

Le velocità minime e massime definivano quindi i confini per l’estensione vocale dei pianeti, ossia “quante note erano in grado di suonare”.

Nel coro planetario di Keplero si trovavano pertanto un tenore (Marte), due bassi (Giove e Saturno), un soprano (Mercurio) e due alti (Venere e Terra).

Keplero aveva pertanto assegnato ad ogni pianeta un ruolo specifico (intervallo di suoni) nella creazione della musica cosmica.

L’ESPERIENZA VISIVA

(di Tiziana Alocci)

L’artwork principale è composto da quattro spicchi, ognuno raffigurante una traccia musicale.

La disposizione delle tracce segue una teoria definita da Kandinsky per cui ogni 1/4 di un quadrato rappresenterebbe una tensione emozionale.

DISCOGRAPHY

Monochrome the City - Hurt

Hurt

Single
30/08/2022
Monochrome, the City - Dissolution

Dissolution

Single
27/03/2020

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